L'ETNA SORVEGLIATO SPECIALE CON 80 SENSORI E 12 STAZIONI PERMANENTI

L’Etna, si sa, è un vulcano mobile: alcuni dei suoi versanti si gonfiano e scorrono in funzione della risalita o della discesa dei magmi lungo i condotti, il versante orientale in particolare tende a scivolare verso il mare Ionio.
Per questi motivi l’Etna è anche un sorvegliato speciale e a tenerlo sotto controllo fra i tanti strumenti c’è anche una rete GPS costituita da più di 80 capisaldi e da 12 stazioni permanenti.
“Tutto questo sistema – spiega il dottor Alessandro Bonforte (ricercatore presso la sezione di Catania dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia) – serve per seguire con grande precisione e grande dettaglio gli stati di deformazione del vulcano; e per aggiornare gli ultimi movimenti, da due settimane, specifica Bonforte, e’ in corso una impegnativa campagna che viene svolta annualmente (anche se durante particolari periodi di attività del vulcano le misure sono più frequenti) dai ricercatori e dai tecnici dell’unità funzionale deformazioni e geodesia della sezione di Catania.”
I primi esperimenti di monitoraggio dell’Etna attraverso i sistemi GPS risalgono al 1988, quando la rete era costituita da soli nove capisaldi; da allora, sia le tecniche che i dispositivi di misura hanno subito notevoli miglioramenti e si sono decuplicati.
La campagna in corso, informa Bonforte, andrà avanti fino a metà luglio e coinvolgerà una decina di ricercatori e tecnici.
I risultati delle precedenti misure hanno già consentito di sviluppare dei modelli che illustrano i movimenti complessivi del vulcano e di risalire dalla sua dinamica superficiale a quella profonda.
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UFFICIO STAMPA INGV
Sonia Topazio
06.51860543
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C.S. del 12 luglio 2005